POESIE
Vita spezzata
Eravamo vicini ma non ti conoscevo,
ti ho visto spesso passare,
in silenzio tornare,
ma sei andato via come foglia nel vento,
ti hanno curato ti hanno amato,
ti hanno accompagnato,
ma siamo gocce nell’oceano pioggia e dolore,
ho visto di nuovo il buio tornare,
è stato un istante,
sei diventato infinito,
ora nel grembo il ricordo rimane,
ma il dolore costante permane,
eravamo vicini ma non ti conoscevo,
e se Dio ci vuole tali,
tali noi saremo,
in un sogno stiamo vivendo,
ma nel risveglio ci ritroveremo.
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Nego di averti sentito,
nascondevi i tuoi dolori,
regalavi sorrisi alla vita,
ma non pensavo che finisse,
ho provato ad ascoltarti,
non ho sentito il tuo dolore,
ho ricevuto sempre autentico amore,
hai dato tanto senza ricevere,
ho voluto il mondo,
ho guardato l’universo,
il bene più prezioso non è la vita che mi hai dato,
ma la tua rara essenza,
vorrei sentirti materia,
ma ora sento solo il lamento della mia anima,
mi davi conforto,
ma ora il cuore non si risana,
il fiore che ti ho donato
ora è stelo appassito,
il tuo sorriso solo un ricordo.
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Palazzi brulicano di respiri,
di vita,
la luce chiara e buia
riflette i colori,
la strada rumoreggia nei passi,
l’aria profuma,
a volte è malsana,
una delle tante strade calpestate talvolta incrocio vecchi,
supero passanti soli,
mi godo il tragitto,
tutti si va nello stesso destino
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Immensa e’ la luce,
continuo a cercarti,
giungo da te,
dentro questo tempo,
in questo nuovo mondo,
quale è il significato,
non desidero nulla
dopo tanta disperazione,
dentro questo piacere, non c’è nient’altro
solo la mia prigione,
dopo tanto lottare un ingranaggio perpetuo
mi trascina con te.
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Occhi innocenti cercano speranza,
occhi persi giungono da lontano,
anime , vesti, e fuochi che salgono,
anime che fuggono,
genti e bestie straziate, madri violate,
genti suggestionate,
ogni scelta condizionata,
ogni attesa incerta,
ogni azione speranza.
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Rivoltato e incatenato,
rapito e smarrito,
disperso in una sorte esitante,
dalla tempra foriera
come volta a crociera,
a volte elegante come arco rampante,
risplende ora in un sovrano piacere.
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Ti ascolto, ma non è abbastanza
ti guardo ma non rivedrò il tuo volto,
avverto il tuo conforto,
il tuo essere e’ un bene prezioso,
voglio fermare l’attimo e’ lui
Che fugge questi luoghi.
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Il tempo ci parla sembra dissolversi,
la musica ci inchioda al calore viscerale, profuma la natura,
ci annusa,
volteggiamo,
e’ smania di piacere,
non ricordo chi sei,
siamo stati strappati in una serata dimenticata.
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Lei fila,
come corre,
lasciala andare
tu arranchi ,
lasciala vibrare e’ una corda impazzita che trascina,
e’ una freccia tra musica e lampo,
non c’è tempo per piangere,
è un acuto che sconquassa,
sfinito un ghigno si pronuncia,
ne seguo la scia.
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Stelo senza fiore,
rosa senza spina,
sole in ombra,
nube senza cielo, diamante grezzo,
spina senza cruna,
mare senza porto,
viso da ancella, essenza scolpita,
dote senza abbaglio, quercia nel deserto, fiume assetato,
volo di pascolo,
la vita ti sta cercando.
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Foglia cadente,
natura morente,
foglia rigeneratrice, mordace e traditrice, cambiamento che si rinnova,
foglia trasformata in nuova,
atomo perpetuo,
inesorabile,
mistero insopportabile, la vita si ritrova, mistero che offusca il visibile,
chiusa in una alcova,
l’anima si cerca,
si scova.
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Percosse di dolore, lontane da fughe,
da rincorse gravose,
estremi di candore,
purificati e condensati,
il grido si alza,
scompare e’ maturo,
clandestino il destino e’ orfano dimenticato.
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Rincorsa di colori,
bellezza e diversità ,
lama affilata,
dorata fino in cima,
il rosso e’ un mare,
la ragione offuscata,
qualcuno ha il suo Dio, e’ un vortice in cascata,
l’anima si avvinghia,
forza disperata, perentoria debolezza
scruta il mistero,
privata di castità,
ora il cielo ci sovrasta.
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La strada è un binario infausto e un diletto,
tu acceleri dentro e fuori è un delirio,
si arriva dove luci e suoni si impastano,
e’ li che eternamente aspetta fonte di letizia, materia dannata,
voragine di perdizione,
ora sono li dove Venere attende.
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Vita perpetua,
vita di padri sfumati,
maternità perpetua,
mari solcati,
tempeste e pace, Quanti Natali, piatti e ricordi ,
passati, confusi,
giorni e carni dannate dal tempo divorate.
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Questo luogo mi parla,
la realtà sembra fredda,
si dilegua la notte e mi avvolge lenta,
sembra un sogno,
mentre cammino anche le luci sono sfocate, salgo ampie scale con un muro in pietra dal lato oscuro, mentre barcollo un ingresso vagamente illuminato mi aspetta,
sto cercando un riparo,
ma forse sarà la mia punizione.
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In un paese non c’è tutto
c’è da cercare
lo trovi in una stradina di campagna
dietro l’angolo di un casale
In una tavola imbandita inaspettata
Io sono un nuovo cliente
sono tanti intenti a gozzovigliare
io titubante
vorrei del rosso il vecchio mi guarda la moglie mi serve tra i festeggianti
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Cosa c’è da cercare tra tanto male,
nelle vesti antiche di un passato glorioso,
nell’incerto divenire,
ogni sguardo si riflette nel sangue,
non c’è niente da cercare,
ogni sforzo è un tassello rivolto verso il male,
ogni traguardo è una impresa solitaria,
ogni sforzo è deriso,
l’egoismo ci rende barbari.
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La vittoria ora è nostra,
quanta forza per affrontare resistenze, quanto diletto,
quanto impegno per mostrare questa testa, questo nobile petto,
ho dovuto immaginare cieli e mari sconfinati, ho dovuto vedere questo suolo lontano,
immaginare una vita,
e sentire che tutto è possibile.
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Non c’è da cercare in tanto male,
nelle vesti antiche
del passato glorioso,
ogni sguardo si riflette nel sangue,
nell’incerto divenire,
non c’è niente da scovare,
ogni sforzo è un gradino verso il male,
ogni traguardo è una impresa solitaria,
ogni sforzo è deriso,
l’egoismo ci rende barbari.